Fecondazione, allegagione, batteriosi e Pear Decline (Moria del pero)

Fecondazione, allegagione, batteriosi e Pear Decline (Moria del pero)

Suncini SAS è un’azienda che opera nel settore ortofrutticolo dal 1987. La ricerca è stata eseguita al fine di ottenere i migliori risultati applicando tecnologie e prodotti sulle piante per via fogliare e radicale. Volta al miglioramento, per esempio della fecondazione e allegagione. Per quanto riguarda le colture pomacee e drupacee, gli interventi vengono effettuati nel periodo della fioritura con nutrienti consentiti sia in agricoltura biologica che convenzionale. La strategia è quella di attirare gli insetti pronubi in modo da avere una fecondazione incrociata e come risultato frutti morfologicamente caratteristici e con accrescimento regolare. Nel periodo della fioritura le colture come albicocco, pesco, ciliegio, pero, melo possono essere soggette a stress da abbassamenti termici che come risultato comportano danni economici importanti dati da perdite di produzione. Abbiamo messo a punto una tecnologia che si applica per via fogliare nelle piante tale da ridurre in modo significativo le perdite di produzione. I prodotti che si utilizzano applicati nelle piante hanno la funzione di sviluppare calore (esotermia) e di aumentare la concentrazione dei sali in soluzione nelle cellule degli organi fiorali senza problemi di fitotossicità. Gli interventi vengono effettuati prima della prevista gelata e sono miscibili con i comuni fitofarmaci. Dopo la fase di protezione dalle gelate occorre utilizzare inoltre sostanze naturali fitostimolanti sulle piante per stimolare la mitosi (divisione cellulare dei frutticini) per uscire al più presto dallo stress determinato dalle basse temperature. Occorre fare una precisazione relativamente alla perdita di produzione con particolare riferimento alla coltura del pero. Il batterio Pseudomonas Siringae è un batterio gram negativo ambientale che si trova sulle pere normalmente proveniente dalle acque superficiali. In autunno alla caduta delle foglie si colloca nella posizione di perigemma. In annate molto rigide al momento della potatura si vedono gemme nere e necrotiche che comportano la perdita della gemma stessa. Tale fenomeno è dovuto a questo batterio dotato di un enzima protopectinasi in grado di distruggere i tessuti degli organi fiorali. In annate con inverni relativamente miti questo fenomeno è praticamente assente. Il problema non è terminato. Se si hanno abbassamenti termici in fioritura o immediatamente dopo, quando i frutticini sono formati il fenomeno si presenta successivamente con abbondanti cascole che vanno dal 30% al 50% di perdite di produzione. In sintesi Pseudomonas Siringae è un batterio criofilo ciò significa che si sviluppa bene con il freddo. Quando avvengono abbassamenti termici sulla parete della cellula forma dei cristalli di ghiaccio che forano le pareti dei tessuti vegetali infestando in tal modo successivamente al ripristinarsi delle condizioni meteo normali il circolo linfatico negli organi della gemma o dai vasi conduttori dei frutticini (necrosi e successiva cascola) lesionati dal congelamento. Quanto sopraesposto richiede pertanto una valutazione di alcuni parametri, come ad esempio il grado di presenza o meno di Pseudomonas ed eventualmente in che quantità; ed un’analisi delle acque che si utilizzano in campagna.

Le batteriosi in agricoltura non danneggiano solo la coltura del pero ma sono di attualità anche nelle drupacee con danni sull’epidermide dei frutti. Con ulcere che rendono i frutti non commerciabili ed comportano defogliazioni delle piante ortofrutticole.

Nei casi descritti le batteriosi possono essere parenchimatiche (perdita di produzione), nei in casi in cui la batteriosi è vascolare invece si verifica la perdita delle piante con formazione di essudati, come nel caso delle colture di actinidia e olivo.

Un altro problema in agricoltura è rappresentato dal pear decline, ovvero la moria delle piante di pero. E’ noto che ad ogni annata agronomica si assiste alla morte di piante di pere. La motivazione è collegata a un microrganismo denominato fitoplasma. Studi e ricerche hanno dimostrato che il parassita psylla piri soprattutto nel periodo autunnale ha una concentrazione molto alta del microorganismo e pertanto inietta il fitoplasma nelle piante di pero. I fitoplasmi sono pleomorfi, ossia possono avere o meno la parete cellulare. Nel caso siano sprovvisti diventa difficile neutralizzarli. Hanno dimensioni di 20-30 micron pertanto sono talmente piccoli che passano attraverso il circolo linfatico cribroso e vanno a collocarsi nella zona di innesto delle piante, occludendo i vasi del floema. In tal modo le piante hanno difficoltà a traslocare in radice le sostanze nutritive di riserva. Da qui inizia il periodo di deperimento delle piante che può essere rapido o lento. Caratteristico del deperimento sono le piante con foglie arrossate, arricciate nel periodo vegetativo, ed iniziano già nel mese di luglio ad essere molto evidenti in quanto contrastano con le foglie completamente verdi.

Dopo attenta valutazione sul comportamento del patogeno, che ha movimenti di tipo ameboide si è ricercato una possibile soluzione a livello radicale.